"Aver decifrato quel codice è stato un momento di grande felicità. E' come se avessimo scoperto un compact disc del passato. Ma al contrario del Codice Da Vinci, questo è un tangibile contatto con la storia reale", ha detto Stuart Mitchell, insegnante di musica a Edinburgh. L'ipotesi dei Mitchell parte dal fatto che sono numerosi gli angeli che suonano vari strumenti proprio sulle colonne dove esistono anche i misteriosi cubi. E, secondo i due criptologi, la musica che essi suonano è nascosta proprio nei cubi. "Molti degli angeli hanno strumenti musicali tra le loro mani, altri invece sembrano cantare in coro, ma ce n'è uno che sembra estraneo a tutto ciò. Studiandolo da vicino ho scoperto che egli sta leggendo un pentagramma e dunque mi sono messo alla ricerca del pezzo di musica da decodificare", ha continuato Mitchell. Una volta scoperta la musica è stata riportata su un pentagramma. Verrà eseguita nella Cappella il prossimo 18 maggio.
Numerosi esperti musicali hanno voluto verificare la scoperta di Mitchell e, pur se con alcune riserve, nessuno è stato in grado di contraddire l'ipotesi dei due ricercatori. Warwick Edwards, esperto di musica scozzese alla Glasgow University ha detto: "Vi sono 213 cubi nella cappella della Chiesa e l'ipotesi che essi siano stati messi lì per raccontarci qualcosa non è da escludere in assoluto". E dello stesso parere sono altri storici della musica che hanno studiato i risultati dei Mitchell.
La chiesa risale al 15mo secolo e dista circa 16 chilometri da Edimburgo. Venne costruita da Sir Gilbert Haye e da Sir William Sinclair e fonda le sue radici nelle tradizioni dei Cavalieri Templari. La chiesa è sempre stata circondata da un alone di mistero, tant'è che una leggenda vuole che essa sia la replica del Tempio di Salomone e che al suo interno sia nascosto il Santo Graal e un'altra sostiene addirittura l'assurda ipotesi che vi sia la testa mummificata di Gesù Cristo.
Mitchell padre, che oggi ha 75 anni, ha lavorato su quei cubi per oltre 25 anni e ha utilizzato tutta l'esperienza ottenuta dal suo lavoro come decifratore di messaggi segreti per la Royal Force durante la Guerra di Corea. Secondo Mitchell, la musica "segreta" scritta nei cubi della cappella si rifà a quanto scoprì il musicista tedesco Ernest Chladni, vissuto tra il 1700 e il 1800, studiando la complessità delle vibrazioni sonore attraverso lo strofinamento di un archetto di violino e tocchi da parte di dita di una serie di piastre, le quali permettevano di cogliere la forma ondulata delle onde sonore ponendo della sabbia su tali piastre. Un fenomeno complesso che venne studiato per tutto il 19mo secolo da parte di numerosi matematici e fisici.
Fonte: http://www.repubblica.it
Che strana storia... Anche il buon vecchio Indiana Jones ne sarebbe fiero!