giovedì 23 novembre 2006

Dal calore alla corrente elettrica grazie ad un chip

In un futuro non troppo lontano sarà possibile fruire di dispositivi elettronici in grado di recuperare corrente elettrica dall'energia termica, grazie ad un progetto sviluppato da Eneco, una startup americana che ha studiato un sistema di conversione in grado di trasformare il calore in energia elettrica.

Il progetto è stato annunciato a Londra la scorsa settimana, in occasione di una conferenza durante la quale il CEO di Eneco ha spiegato che l'azienda ha sviluppato un non meglio precisato chip per la conversione di energia il quale è inoltre in grado, come impiego alternativo di esercitare un'azione refrigerante quando viene ad esso applicata una corrente elettrica.

Secondo le informazioni disponibili, tale chip è stato realizzato basandone la progettazione sui principi dell'effetto termoionico, secondo il quale un metallo riscaldato è in grado di emettere elettroni poiché questi acquistano un'energia termica superiore al lavoro di estrazione, ovvero l'energia minima necessaria per estrarre un elettrone da un metallo. Ponendo questo metallo all'interno di un contenitore nel quale è stato creato il vuoto e contrapponendo ad esso un'altro elemento metallico, si viene a creare un flusso di elettroni (corrente) che può essere incanalata in qualche modo.

Il problema principale nella progettazione di questo sistema risiede nella possibilità di creare il vuoto tra i due metalli, ovviamente mantenendo il dispositivo di dimensioni ridotte. Eneco ha quindi pensato di frapporre tra i due metalli un particolare semiconduttore termoelettrico in grado di poter sostenere il differenziale termico tra i due metalli. Secondo quanto dichiarato dall'azienda, tale "chip", che è in grado di operare fino a temperature di 600 gradi Celsius, è caratterizzato da un'efficienza di conversione tra il 20% e il 30%.

Sebbene l'obiettivo primario di Eneco sia quello di proporre questo nuovo dispositivo nel mercato delle soluzioni termoelettriche, il passo successivo potrebbe essere rappresentato dallo sdoganamento anche nel settore dei dispositivi di alimentazione portatile, ovvero quello che attualmente è dominato dalle batterie agli ioni e polimeri di litio.

In questo senso due colossi del settore IT, Dell e Apple, si sono mostrati particolarmente interessati al progetto, avviando colloqui con Eneco per valutare in che misura il nuovo dispositivo possa essere integrato in soluzioni notebook, sfruttando ad esempio il calore generato dal processore per ricavare corrente elettrica che possa alimentare dispositivi a basso consumo come, ad esempio, le ventole di aerazione.

E' comunque necessario attendere il prossimo passo, rappresentato dalla produzione di un esemplare pilota funzionante. Secondo Eneco questa fase sarà raggiunta non prima della conclusione del prossimo anno.

Andrea Bai

Fonte: http://www.hwupgrade.it

Secondo me in un futuro neanche tanto prossimo riusciremo (o perlomeno proveremo) a nn sprecare nessuna forma di energia, come l'energia cinetica di una macchina in frenata, oppure l'energia termica di un freno a disco, o di un altoforno, o di un processore... In questo modo (anche se con percentuali di rendimento energetico nn proprio alte) si riuscirebbe a recuperare parte dell'energia che andrebbe persa, e ne perdiamo veramente tanta...