università di Berkeley, pubblicato sulla rivista scientifica Nature.
E' partito da Pavia, è passato per la Germania per poi approdare in Usa.
Basta un laser ad alta energia e il vetro si "trasforma" in metallo. Lo ha scoperto Matteo Rini, un giovane ricercatore italiano che lavora nella prestigiosa università americana di Berkeley, in California. Il suo studio, pubblicato su Nature, ha dimostrato per la prima volta che eccitando in maniera selettiva un materiale che nel suo stato naturale non conduce corrente - in questo caso un ossido di manganese che ha appunto la struttura cristallina di un vetro - questo può assumere caratteristiche molto diverse, come quello di condurre la corrente elettrica, proprie dei metalli. Una scoperta che servirà ad aumentare la velocità dei computer di nuova generazione.
Il modo migliore per cambiare lo stato di un materiale. "Ci sono altri modi per per produrre un cambiamento di stato in un materiale - spiega Rini - ad esempio con la compressione e il riscaldamento, che però sono processi molto lenti. Nel nostro caso invece l'eccitazione dura circa cento femtosecondi (milionesimi di miliardesimo di secondi) e l'effetto sulla conduttività del materiale permane per alcuni nanosecondi (miliardesimi di secondo). Inoltre riusciamo ad agire su un singolo livello vibrazionale della molecola che compone il materiale".
Il manganese è il materiale più adatto. Il materiale che ha mostrato questa singolare capacità è un ossido particolare di manganese. L'effetto dell'impulso può essere descritto come lo 'stiramento' di una serie di legami chimici interni al materiale, che dopo essere stati 'spettinati' tornano nella posizione originaria. Durante il periodo 'metastabile' il materiale, che prima non conduce la corrente, diventa invece un superconduttore. "Per il momento abbiamo verificato l'effetto solo su ossidi di manganese - continua il fisico - ma ora proveremo anche su altri materiali, sempre non conduttori".
Servirà a rendere più veloci i computer. Le possibili applicazioni dello studio di Rini, a cui ha partecipato anche Andrea Cavalieri, un altro fisico italiano emigrato all'estero, ad Oxford, riguardano tutti i casi in cui è necessario cambiare lo stato fisico di un materiale in pochissimo tempo. La principale delle applicazioni riguarda i 'computer ottici', indicati come la prossima generazione di calcolatori. Questo tipo di macchine, utilizzando le caratteristiche della luce e non più del magnetismo, saranno estremamente più veloci e potenti di quelle odierne. "Ma è importante anche solo l'indicazione su come funzionano questi materiali - spiega ancora Rini - perché può dare informazioni a chi li sta sperimentando, ad esempio, per immagazzinare dati".
"All'estero più possibilità per noi ricercatori". Matteo Rini è partito da Pavia per arrivare in California passando per la Germania: "Anche in Italia ci sono gruppi di eccellenza che studiano queste cose - sottolinea Rini - a Milano, a Firenze e soprattutto a Trieste. La differenza però è che all'estero, soprattutto all'inizio della carriera, si hanno molte più possibilità economiche e molta più indipendenza".
Fonte: http://www.repubblica.it
Non sono uno scienziato, ma da qualche tempo a questa parte si pensa soprattutto ad ottimizzare il consumo energetico, non so quanto questa tecnologia basata sul passaggio di stato possa essere utilizzata sui nostri PC da qui a qualche decennio. Se avrà prestazioni velocistiche degne di nota può sicuramente adottato dai super computer, ma la vedo dura per quanto riguarda i nostri PC. Ovviamente gli scienziati in cerca di finanziamenti per i loro progetti hanno la mia totale comprensione, non è affatto facile fare quella vita con così pochi riconoscimenti...