venerdì 26 febbraio 2010

Nuove scoperte archeologiche nel territorio di Lugo



Il Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna, sede di Ravenna, ha effettuato, tra l'ottobre e il novembre scorso, una campagna di ricognizione territoriale a sud del comune di Lugo, rinvenendo sulla superficie dei campi arati una serie di siti archeologici la cui esistenza era prima sconosciuta. Concretamente, gli archeologi di Ravenna hanno perlustrato i poderi in un'area compresa tra le frazioni lughesi di Villa San Martino e Zagonara, posizionando sulla carta i rinvenimenti di reperti archeologici.

I materiali raccolti sono attualmente in corso di studio. L'iniziativa rientra in un progetto di più ampio respiro, condotto oltre che dal Dipartimento di Archeologia di Ravenna anche dalla Società di Studi sulla Bassa Romandiola Nord-Occidentale, la Fondazione Flaminia, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Lugo e il Comune di Lugo, che intende ricostruire l'aspetto dei paesaggi del passato della Bassa Romagna sulla base di ricognizioni territoriali, simili a quella sperimentata a Lugo, e scavi archeologici.

Nel corso della campagna sono stati individuati ben 18 siti archeologici, databili tra l'Età romana e l'Età rinascimentale, tutti tranne uno sconosciuti in precedenza. Tra questi spiccano i resti di un rustico romano rinvenuto sulle sponde del Tratturo, alcune aree produttive rinascimentali (fornaci e forni per lavorare i metalli) lungo il Canale dei Mulini, ma soprattutto sorprende per la ricchezza dei rinvenimenti l'area di Zagonara. Qui, fino al 1424, sorgeva il castello omonimo, distrutto dalle truppe milanesi di Filippo Maria Visconti dopo che al suo interno si era asserragliato Alberico da Barbiano, in attesa dell'esercito fiorentino, come ci tramanda lo stesso Macchiavelli nelle sue Storie Fiorentine.

Sono stati rinvenuti dagli archeologi i resti della rocca e dei ricchi manufatti che erano in uso al momento della distruzione, ma anche reperti che retrodatano la fondazione di un centro in quest'area a prima della costruzione del castello (noto solo dal 1217). Intorno al sito fortificato, situato nei pressi del cimitero di Zagonara, si collocano una nutrita serie di siti minori databili all'Altomedioevo (VIII-XI secolo d.C.): non solo resti di strutture abitative ma anche tracce di siti produttivi preposti alla lavorazione dei metalli e di una necropoli. Un panorama quindi molto vario e ricco, che attende di essere indagato più a fondo, ma che già ora permette di aprire una finestra su un'età in cui si gettavano le basi per la nascita dei moderni centri del territorio lughese dopo la fine dell'evo antico.

Il progetto intende preservare un patrimonio storico e archeologico, che via via scomparirà dalle nostre campagne a causa dell'espansione dei centri urbani e dell'azione dei nuovi mezzi agricoli, ricostruendo e preservando una parte della memoria collettiva che altrimenti andrebbe persa. "L'intento è quello di ampliare le ricerche a tutti i comuni della Bassa Romagna - afferma Andrea Augenti, professore di Archeologia Medievale dell'Università di Bologna che dirige la ricerca -, con l'obbiettivo di delineare il popolamento di un territorio ricco di insediamenti in tutte le epoche storiche e di fornire così agli enti locali uno strumento di tutela e valorizzazione, anche turistica, del patrimonio culturale; il Dipartimento di Ravenna, assieme alla Sopraintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna è da tempo impegnato in progetti di ricerca sul territorio volti a questo scopo, come lo scavo del Castello di Rontana a Brisighella e la valorizzazione della rocca comunale, la collaborazione alla realizzazione del Museo Archeologico Bagnara, le ricognizioni a nord di Ravenna nei comuni di S.Zaccaria e S. Pietro in Campiano, lo scavo della pieve di S. Zaccaria e l'Atlante Archeologico della Provincia di Ravenna".


Fonte: http://lugonotizie.it

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